Ewald
Wolhard nel suo saggio del 1939 sul tema afferma che nel golfo dei Papua
quasi tutte le tribù sono dedite all'antropofagia. Braccia, gambe e mammelle
delle donne sono apprezzate come leccornia, ma anche il resto del corpo viene
mangiato. Sul fiume Bamu la partecipazione ai banchetti cannibalici non è
affatto limitata; possono prendervi parte tanto le donne quanto quelli che
hanno catturato la relativa vittima...
Caccia alle
teste e cannibalismo sono qui dappertutto abbinati...
Tuttavia
cacciare e mangiare gli uomini è un'occupazione troppo faticosa per poterla
esercitare continuamente. Un grave abbassamento di popolazione per via del
cannibalismo in genere non ha luogo, benché siano noti anche casi in cui una
tribù forte ha poco alla volta mangiato i componenti di una più debole. Ad
esempio gli Ukiaravi dimoranti sul delta del Purari, considerano i Morohai
letteralmente come una specie di dispensa dalla quale si può prelevare in
qualsiasi ora carne fresca, procurandosi contemporaneamente una piccola emozione
con la caccia (Beaver 249 sg.)...
Quando
durante una battaglia un guerriero, ferito oppure no, cade nelle mani dei suoi
nemici questi lo legano ad una pertica e lo portano al loro villaggio con canti
di vittoria. Il prigioniero può ritenersi fortunato se prima di farlo a pezzi
lo accoppano con una mazzata sulla testa perché i suoi seviziatori di
solito sono capaci addirittura, senza scrupoli né mazzata, di bruciacchiarlo
vivo sul fuoco per levargli i peli, come si bruciacchiano le setole al maiale
infilzato sul giavellotto (Keysser-Nehuauss III, 21 sg.)...